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Popolazione: 364 abitanti
Superficie: 8,54 kmq



Territorio
Vi stupirà questo gioiellino di paese, arroccato sul colle che gli dà il nome, in magnifica posizione panoramica e in felice situazione climatica. Terra di grandi vini a DOC e DOCG, tra cui spiccano i dolci Moscato e Brachetto, il delicato Oolcetto e le robuste Barbere d'Asti e del Monferrato, ma anche luogo d'arte e di storia, che conserva nella sua chiesa alcuni capolavori di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.Le campagne di Montabone, come quelle dei limitrofi Comuni di Rocchetta Palafea e di Sessame, si prestano a passeggiate ed escursioni tra boschi e vigne, a piedi, a cavallo o in mountain-bike. Per questo sono stati attrezzati tre itinerari di diversa lunghezza (da 7 a 2 km.) ma accessibili a persone di tutte le età, che consentono di respirare aria pura godendo delle bellezze naturali ed artistiche del paese, dalla pieve di San Vittore al cosiddetto "bosco degli gnomi", dalla cappella di San Rocco alla fonte dei giunchi.

Cenni storici
Le origini remote di Montabone non sono da ricercarsi nell'attuale concentrico ma nelle fertili tenute vitate del circondario. I Romani, forti della propria colonia di Aquae Statiellae, non si sono lasciati sfuggire l'opportunità di dissodare e lavorare le terre delle colline circostanti e hanno fondato numerose ville, cioè poderi, completi di cascina, cantina, stalla, alloggi per gli schiavi e dipendenze varie. Le prime notizie storiche sicure e documentate risalgono al 1040, quando Guglielmo, figlio di Dodone, cede il villaggio alla chiesa di Acqui e al monastero di San Pietro. Nel 1100, per concessione di Azzone, Vescovo di Acqui, gli uomini di Casanova sono investiti delle terre di Montabone. Come avviene per tutto il territorio tra Bormida e Belbo, a poco a poco il potere ecclesiastico sostituisce quello civile, come confermato dalla concessione fatta nel 1116 alla chiesa di Acqui da parte dell'imperatore Enrico V, dove compare anche il castello di Montabone.
Nel 1156 il papa Adriano IV conferma ai canonici di Acqui i diritti sulla loro chiesa e in particolare le proprietà di Acqui, Plaxano, Strevi, Oviglio, Prasco, Cassinelle, Orsara, Rivalta, Montabone ovvero Casanova, Terzo, Bistagno, Melazzo, Cartosio, Ovrano, Cavatore, Visone, Cassine e altre borgate. Ben presto però, nel 1164 , interviene l'imperatore Federico Barbarossa che infeuda Montabone al Marchese del Monferrato Guglielmo e ai suoi discendenti. I rapporti tra la Chiesa di Acqui, Casanova, il Monferrato e Montabone rimangono molto tesi, al punto che nel 1210 una sentenza stabilisce che il feudo venga diviso tra l'Abate del Monastero di San Pietro in Acqui e il Marchese di Monferrato.
Nel 1256, a riprova della dedizione ad Acqui, Arnaldo de Curiis, Guglielmo Bucha, Guglielmo Chierico, Delfino e Giovanni Arrancamilio su ordine di Enrico, vescovo eletto di Acqui, dichiarano sotto giuramento i mansi di Terzo appartenenti alla curia vescovile, tra cui molti appezzamenti di terreno in Montabone di cui sono riportati i nomi, tuttora corrispondenti a cascine o località del paese.
Nel 1364 l'imperatore Carlo IV da Praga riconferma a Guido da Incisa, Vescovo di Acqui, i diritti sulla sua chiesa e in particolare la giurisdizione sul territorio compreso fra Tanaro e Bormida, tra cui si cita anche Montabone. Solo nel 1708, dopo aver subito il saccheggio delle truppe francesi provenienti da Asti e dirette a Genova nel 1625 e dopo aver visto la successione di altre dinastie locali come i Della Rovere di Bistagno e gli Orecchia di Acqui, il feudo di Montabone viene definitivamente incamerato negli Stati Sabaudi, di cui segue le vicende fino all'unità d'Italia e oltre.

Contatti
Via G. Ferraris, 25
14040 Montabone (AT)
Tel. 0141-762121
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www.comune.montabone.at.it