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aleramoOgni vicenda bellica e politica dei Marchesi e delle Dinastie che si sono succeduti alla guida di questo territorio hanno lasciato una propria impronta culturale, come quella eroico leggendaria degli Aleramici, conosciuti come i Marchesi diMonferrato. Importante dinastia feudale piemontese, vede in Aleramo il suo fondatore. Nel corso dei secoli molti storici hanno cercato di trovare conferme documentali alla leggenda sulla nascita e sulla discendenza di Aleramo, narrata, intorno al 1330, dal cronista monferrino Jacopo d’Acqui (è probabile che l’origine modesta del loro avo, spinse i Marchesi di Monferrato del secolo XIII, in relazione con i maggiori monarchi d’Europa, a circondare di nobile ed eroica aura la nascita della loro stirpe) e sostenuta da Giosuè Carducci, convinto estimatore della storia e delle leggende degli Aleramici, che ha inserito il capostipite dei Marchesi del Monferrato, uomo d’armi e cavaliere, in “Piemonte” (dalla raccolta “Rime e Ritmi”):

 …Cuneo possente e paziente, e al vago
declivio il dolce Mondovì ridente,
e l’esultante di castella e vigne
suol d’Aleramo…

Una leggenda di re e principesse, d’amore e coraggio, iniziata a Sezzadio, paese vicino ad Acqui e secondo la quale qui nacque Aleramo, figlio di una nobile coppia di Sassonia in pellegrinaggio verso Roma, subito rimasto orfano. Allevato dai nobili del luogo, divenne un coraggioso cavaliere al servizio dell’imperatore Ottone I di Sassonia e si innamorò di sua figlia Adelasia. Non avendo il consenso dell’imperatore, i due innamorati fuggirono verso le località montuose del comitato di Albenga. Qui Aleramo visse facendo il carbonaio, per poi tornare a combattere a favore dell’imperatore. Riconosciuto e perdonato dallo stesso, gli fu concesso il titolo di Marchese e tanta terra quanta fosse riuscito a percorrerne in tre giorni di cavalcata. Per ferrare il cavallo usò un mattone (in dialetto mun, mattone,  e frà , ferrare), dando così il nome a quel territorio: Monferrato.

Qui finisce la leggenda che, ogni anno, rivive attraverso una gara ippica che ripercorre il tracciato di Aleramo lungo tutto il Monferrato Alessandrino.

stemmaLa realtà storica ha inizio nella prima metà del secolo X, quando il conte Aleramo, di probabile stirpe franca, ricevette in dono dai re Ugo e Lotario un vasto territorio posto tra il Vercellese e l’Acquese. Erano gli anni in cui il re Berengario II cercava di contrastare l’invasione dei Saraceni in Piemonte, creando a tal fine tre grandi distretti amministrativi, dette “Marche”, affidandoli a  Oberto, marchese di Milano e conte di Luni, ad Aleramo, conte di Monferrato e ad Arduino, conte di Torino. La Marca Aleramica si estendeva tra le altre due, dal corso del Po alle coste liguri di Albenga e Savona. Tra il 958 e il 961 Gerberga, figlia di re Berengario II, ottenne per Aleramo il titolo di marchese e ne divenne la seconda moglie (della prima moglie non c’è dato storico ed è poco probabile che si trattasse della mitica Adelasia).

Con diploma datato 23 marzo 967, il marchese Aleramo ottenne dall’imperatore Ottone I di Sassonia la donazione di tutte le terre comprese tra il Tanaro e il mar Ligure. Tale donazione può essere considerata l’atto ufficiale di nascita del Monferrato, inteso non solo più come espressione geografica ma come realtà politica e amministrativa. Il marchese monferrino è citato per l’ultima volta in una carta dell’aprile 967, morì probabilmente poco tempo dopo. I figli di Aleramo, Anselmo e Oddone, conservarono l’unità del loro patrimonio per tutto l’XI secolo. A circa un secolo dalla morte di Aleramo, erano tre i rami principali della sua discendenza: i marchesi di Monferrato, discendenti da Ottone, i marchesi del Bosco e quelli del Vasto, discendenti da Anselmo. Il ramo aleramico dei marchesi di  Monferrato si estinse nel 1305, lasciando il posto ad una nuova dinastia, quella dei  Paleologi.

Nonostante il marchesato di Monferrato abbia tenuto per 600 anni un posto di rilievo fra i potentati dell’Italia occidentale, non poteva certo essere considerato uno stato (fino all’insediamento dei Paleologi) ma una vera e propria corte itinerante caratterizzata da acquisti e perdite, intrecci politici e scontri bellici, influenza e infeudazione di dinastie diverse. Una delle dinastie che incrocia la sua storia con quella degli aleramici fu quella degli Obertenghi, che prese il via  da Oberto Obizzo al quale, nel 952, il re Berengario II affidò la Marca che da lui prese il nome e costituita, come quelle Aleramica e Arduinica, in funzione antisaracenica.

stemma2Un vasto territorio che comprendeva anche parte del Piemonte: l’Oltregiogo con Tortona, Novi Ligure, Ovada e la val Bormida. Dal ceppo obertengo ebbe origine la numerosa e longeva discendenza dei marchesi Malaspina che, nel 1221, divisero le loro signorie dando origine al ramo dello Spino Secco e al ramo dello Spino Fiorito. Una delle linee derivate dal ramo dello Spino Secco fu quella dei Malaspina di Cremolino, da Cremolino nel Monferrato, che trasse origine da Tommaso I, figlio di Federico di Villafranca e di Agnese del Bosco di stirpe aleramica, che portò in dote i suoi feudi, comprendenti metà delle terre di Molare, Cremolino, Cassinelle, Morbello, oltre alla consignoria sulla città di Ovada. Si estinsero nel XVI secolo.