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Popolazione: 933 abitanti
Superficie: 14,21 kmq



Territorio
«Monastero - da Monesté - la singolare terra posta fra il Monferrato e le Langhe, che tiene il castello in basso ed il borgo in alto alla viceversa di tutte l'altre vicine: ma il castello a primo primis era un monastero, e la torre un campanile, e quel casone lassù lo chiamavan tuttora 'il convento', e su per la Tatorba certe macerie tra i rovi sono gli avanzi - dicono - di un ritiro di donne e nel sangue della gente qualcosa n'è rimasto».
Ecco la terra di Augusto Monti, con tutti i luoghi, le case e i discendenti delle persone che animano le pagine dei suoi Sanssossì. Monastero dalla grande piazza un po' metafisica con il suo arco unico in Piemonte a collegare la torre campanaria isolata al corpo del castello, Monastero dal ponte di pietra che ha resistito a otto secoli di alluvioni, Monastero di vicoli e carrugi oggi quasi disabitati e un tempo fulcro della vita commerciale di questo paese di mercanti e di artigiani che annovera ancora il più importante mercato settimanale della Langa Astigiana.

Cenni storici
Monastero - il nome lo lascia intuire - fu fondato da un gruppo di monaci benedettini che, intorno al 1050 circa, vennero da San Benigno Canavese (abbazia di Fruttuaria) chiamati da Aleramo marchese del Monferrato per dissodare e seminare le terre devastate dalle invasioni di Saraceni. Il castello attuale corrisponde appunto al sito dell'originario monastero, di cui restano soltanto la torre campanaria e pochi tratti murari, in particolare quelli prospicienti la piazza della torre.
Nel 1393 i Benedettini abbandonarono il paese e si stanziarono nel monastero di San Bartolomeo di Azzano d'Asti. Da questo momento inizia anche per il Monastero di Santa Giulia - così venne chiamato il paese fino al XVIlI secolo - la storia feudale, con l'investitura fatta dal papa Bonifacio IX ad Antonio e Galeotto Del Carretto, poi confermata e resa perpetua nel 1405 da papa Innocenzo VII. I Del Carretto, così come i Della Rovere succeduti a partire dal 1484 per volere di Sisto IV e poi riconosciuti anche dalla casa di Monferrato nel 1589, si preoccuparono sempre di mantenere alla popolazione le immunità e i diritti che avevano acquisito in tempo antico, come confermano anche gli Statuti concessi dal duca Carlo Il Gonzaga di Mantova e Monferrato nel 1664, che ripropongono le leggi e i divieti di una più antica stesura medioevale, già confermata una volta nel 1596 dal Senato di Casale.
Nel XVII secolo si stanziò una comunità di Agostiniani, sostituita poi dai Cappuccini, che costruirono il convento di San Pietro extra muros, tuttotuttora visibile nelle sue strutture principali (chiostri, pianta) anche se la chiesa è stata sostituita da una abitazione.
Nei primi anni del secolo XVII, Carlo Emanuele di Savoia devastò il territorio di Monastero; ancora più rischioso fu il passaggio, pochi anni dopo, del duca Vittorio Amedeo, sempre in lotta con la Spagna. A metà del XIX secolo il feudo fu concesso da casa Savoia ancora ai Della Rovere, mentre alla fine del secolo il castello fu acquistato dalla famiglia Polieri di Genova, che lo vendette poi al Comune.

Contatti
Piazza Castello, 1
14058 Monastero Bormida (AT)
Tel. 0144-88012
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www.comune.monasterobormida.at.it